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surya

Surya, il dio sole, è conosciuto come colui che illumina e stimola la conoscenza. Il suo ruolo è molto simile a quello di Brahma, il dio della creazione. Il suo ruolo è quello di permettere la vita sulla terra attraverso i suoi raggi, il calore e la luce.  Ogni giorno Surya attraversa la volta celeste sul suo carro trasportato da 7 cavalli, uno per ogni giorno della settimana. Il cocchiere è Arjuna, l’eroe dell’epopea indiana Mahabharata.

A Surya è dedicato il più antico inno del Rig Veda, il Gayatri Mantra:

om bhūr bhuvaḥ svaḥ tát savitúr váreṇ(i)yaṃ bhárgo devásya dhīmahi dhíyo yó naḥ prachodayāt– Rigveda 3.62.10

Om, sulla terra, nell’intermundio e nel cielo.
Meditiamo su quell’effulgente bagliore del divino Sole suscitatore:
possa Egli illuminare il nostro intelletto.

Sanjana era figlia di Vishwakarma, l’architetto celeste. Giunta in età da marito il padre chiese a Surya di sposarla e i matrimonio fu celebrato. Purtroppo Sanjana non riusciva a sopportare la luce e il calore emessi dal marito. Il suo colore era addirittura diventato prima quello del crepuscolo e poi della sera. Gli dei cominciarono così a chiamarla Sandhya, tramonto. Sanjana elaborò un piano per fuggire da Surya, creò un clone di nome Chaya (ombra), istruendola su come comportarsi, e tornò dal padre. Dalla relazione tra Surya e e Chaya nacque  Shani (Saturno) che ereditò il carattere taciturno e il contegno della madre. Nel frattempo Vishwakarma convinse la figlia a tornare a casa dal marito; Chaya fu trasformata in un’illusione visibile solo in presenza della luce di Surya, che continuava a non accorgersi di nulla.

Sanjana continuava a sopportare con fatica la luce e il calore del marito, tuttavia dal loro matromonio nacquero due figli: Yamuna e Yama. Man a mano che i figli crescevano fu evidente la predilezione di Sanjana nei confronti dei suoi due figli. Yama divenne il re del Dharma, responsabile di far regnare la verità sull’umanità. Yamuna divenne il fiume sacro che lava i peccati e le pene di coloro che vi si immergono. Shani fu lasciato solo e abbandonato, sentendosi imiliato e offeso, in qualità di figlio e fratello maggiore. In lui crebbe la rabbia nei confronti di quella che pensava essere sua madre fino ad arrivare a tirarle un calcio nel ventre. Sanjana lo maledisse facendogli cadere la gamba con la quale l’aveva colpita. Surya, inorridito dalla scena, mise alle strette la moglie e scoprì la verità. Surya divenne ancora più luminoso e rovente e decise di ridare dignità a Shani, affidandogli il compito di essere la guida degli esseri umani e di controllare il loro cammino come guru del karma, conferendogli un posto d’onore nel sistema solare.

Sanjana decise di fuggire, permettersi nuovamente al riparo dalla luce e dal calore del marito, scomparendo nelle foreste dell’Himalaya. Surya si rese conto di soffrirne la mancanza e partì alla sua ricerca con l’aiuto di Vishwakarma, che gli chiese umilmente di fare uno sforzo per andare incontro alle difficoltà della figlia. Vishwakarma aiutò Surya a diminuire la luce del suo viso e questi potè partire alla ricerca di Sanjana che, per nascondersi, si era trasformata in cavalla. Per avvicinarla Surya cambiò forma in stallone; i suoi sforzi di avvicinarsi a Sanjana la colpirono profondamente. Dalla loro nuova unione nacquero due i gemelli Aswini Kumar, portatori della luce all’alba e alla guida dei 7 cavalli del carro di Surya dall’alba al tramonto.