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Nella filosofia Vedanta il corpo è visto come una serie di contenitori o strati. La carne è il contenitore o strato più esterno ed è composto dai sensi. E’ fatto di cibo e serve da cibo e si chiama Annamaya Kosha. Questo primo kosha è animato dal secondo, quello del respiro o Prana, che si chiama Pranamaya Kosha. Al suo interno ci sono i pensieri, o Manomaya Kosha, le credneze, o Vigyanamaya Kosha e, al centro, le emozioni, o Chittamaya Kosha. Questi 3 Kosha creano 3 realtà: quella sensoriale, che dipende dalla carne, quella emotiva, che dipende dal cuore, e quella concettuale, che dipende dall’immaginazione e dall’intelligenza.

Lo Yoga è il processo che ci permette di scoprire la fonte della nostra disconnessione dall’energia universale e, spesso, da noi stessi e coinvolge la capacità di muoversi attraverso i 5 Kosha che compongono il nostro corpo, o Deha, per scoprire Dehi, la nostra essenza. Ci muoviamo dal mondo esterno sociale a quello interiore, dal Karma Yoga, o yoga del comportamento, al Bhakti Yoga, o yoga delle emozioni.

La natura è piena di unità (pianeti, stelle, rocce, fiumi, piante ed esseri umani). Queste unità sono riunite o separate da forze di attrazione o repulsione. Nel mondo fisico questo accade a livello inter-planetario come a livello sub-atomico. Nel mondo biologico si manifesta attraverso i comportamenti. Queste due forze sono Raga, o attrazione, e Dvesa, o repulsione, e fanno parte della vita. Lo Yoga ci mette nella condizione di divenire consapevoli di queste due forze che fanno parte della vita.