Saraswati è anche la dea protettrice delle arti e della musica, oltre che della parola. In sanscrito le note si chiamano Swara, ossia ciò che risplende da sé. Ogni Swara deriva da un suono animale:
- SA nasce dal suono che emette il pavone quando nel cielo si assembrano le nuvole cariche di pioggia
- RE nasce dal suono che emette la mucca quando chiama il vitellino
- GA nasce dal suono che emette la capra nel suo gregge
- MA nasce dal suono che emette l’airone quando urla
- PA nasce dal suono che emette l’usignolo indiano in primavera
- DHA nasce dal suono che emette il cavallo
- NI nasce dal suono che emette l’elefante
All’inizio del proprio percorso lo studente di musica si trova a dover sviluppare le proprie abilità musicali per poter cogliere le differenze tra una nota e l’altra, soprattutto le differenze più sottili. Lo studente lavora duramente fino a quando, un giorno, quasi improvvisamente, raggiunge i primi risultati. Gli spettatori applaudono e il musicista rischia di farsi affascinare dal successo e dal plauso. Se questo accade il musicista non suonerà più seguendo Saraswati, la dea della conoscenza e delle arti, suonerà seguendo Lakshmi, la dea della ricchezza e del benessere. Così può essere il percorso dello yogi.
Qual è il proposito di un percorso che parta dall’impegno, dalla fatica e dall’abnegazione e porti alla riuscita? E’ guadagnarsi da vivere tout court? O è un mezzo per conoscere il mondo senza lasciarsi imbrigliare dal legame con la ricchezza (più o meno grande) che ne possa derivare?
Il quinto Yama, Aparigraha, ci ricorda di prendere solo ciò che è ci necessario, evitando di esagerare tracimando sul campo minato dell’attaccamento.