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Oggi è il primo giorno di Navarātri, che cade due volte l’anno, e che potremmo tradurre come le 9 notti della dea.

Queste 9 notti rappresentano la discesa di Śakti, l’energia divina femminile, espressione della coscienza. E’ un energia che arriva dall’alto e tocca la terra.

Il primo giorno è dedicato a Durgā, colei che rimuove le sofferenze, sotto forma di Mā Śailaputrī, la figlia della montagna. Questa fase lunare, chiamata pratipāda è il primo passo di Durgā. Śaila significa colei che appartiene alla montagna ed è un tipo di roccia particolarmente porosa attraverso la quale può scorrere e filtrare l’acqua. A un primo sguardo sembra molto solida, ma è morbida e cedevole al suo interno. E’ un tipo di montagna sulla quale scorrono i fiumi, spesso sotterranei, nelle zone dell’Himalaya. La sua morbidezza interiore non può essere vista dall’esterno.

Questa è la prima forma della Madre che “porta la montagna che contiene il fiume”. Dura fuori, morbida e cedevole dentro. Questa è la forma che ci richiede di assumere questo momento: forti, senza paura, con la mente salda, ma connessi al flusso interiore di empatia e compassione. E’ lì, questo fiume sotterraneo, è sufficiente fare solo il primo passo per entrare in contatto con questa nostra parte, la parte più tenera, per osservarla, nutrirla, innaffiarla e farla crescere. Perché quello che sta accadendo non ci indurisca, ma ci apra agli altri e ci unisca.