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Skandamata è la quinta forma di Durgā. Letteralmente significa madre di Skanda, il dio della guerra. Si dice che abiti nella costellazione delle Pleiadi (la costellazione di Kartikkeya o Skanda) e, in quanto madre di Skanda, rappresenti la forza trasformatrice che anima una madre quando il proprio figlio si trovi in pericolo.

L’asura Taraka minacciava il mondo e gli dei non era nella posizione di poterlo difendere. L’asura, infatti aveva ricevuto un favore, secondo il quale sarebbe stato ucciso solo e unicamente da un bambino di 6 giorni, condizione impossibile che gli assicurava invincibilità. Gli dei decisero che l’unica divinità in grado di dare vita a un tale bambino fosse Śiva, grazie alla sua pratica austera. Così chiesero a Śakti di convincerlo a fare un figlio. La cosa non fu facile, poiché Śiva era così intento nella sua meditazione che non era interessato. Intervenne allora Kama, il dio dell’amore. Le cose non andarono proprio come avrebbero dovuto, e il seme del dio cadde a terra. Agni, il dio del fuoco, intervenne, allora, ma il seme era così caldo che nessuno, neanche il dio del fuoco, poteva tenerlo, così Agni lo passò a Vayu, il dio del vento, ma anche lui non riuscì a raffreddarlo. Così fu gettato in un fiume, che iniziò a bollire, incendiando le rive. Quando il fuoco fu estinto rivelò 6 bambini, sotto forma di fiori di loto. Essi furono nutriti e curati dalle 6 stelle delle divinità delle Pleiadi, conosciute anche come Krittika.

Śakti abbracciò i 6 bambini così forte da unirli in un unico bambino, chiamato Skanda. Skanda è una divinità con una lancia e cavalca un pavone. Il dio affrontò Taraka e, naturalmente, lo sconfisse salvando il mondo. E’ legato a Mangala, Marte, il pianeta legato alla guerra. Per questo si dice che Skandamata sia la dea che ha creato i 6 cakra.